Pietro ad Oratorium – San Clemente a Casauria – S. Liberatore a Maiella – S. Maria d’Arabona
Nei pressi di Capestrano, immersa nella verde vallata bagnata dalle acque del fiume Tirino, è la bellissima e solitaria Chiesa di S. Pietro ad Oratorium, che eretta nell’VIII sec. dall’ultimo re Longobardo Desiderio,come recita la scritta nell’ architrave del portale principale, fu trasformata nel XII sec. in stile romanico E’ uno dei monumenti del romanico abruzzese più interessanti della regione non solo per le sue linee architettoniche , ma anche dal punto di vista ambientale. Non si può non essere incuriositi dalla singolare ed enigmatica scritta rovesciata incisa su un concio a sinistra del portale, la quale dice: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS. Molte sono le interpretazioni avanzate circa le modalità di lettura. La più accreditata è quella che ritiene si tratti di un crittogramma speculare che anagrammato forma le parole Pater Noster da leggersi orizzontalmente e verticalmente secondo lo schema di una croce greca terminante agli estremi con A e O cioè alfa e omega, il principio e la fine. L’interno è composto da tre navate che terminato con le tre abside con al centro il prezioso ciborio del XIII sec. e i preziosi affreschi del XII secolo nell’abside centrale, eseguiti con il solo colore rosso ocra, che raffigurano i 24 vegliardi dell’apocalisse, Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti con un libro aperto nel quale sono scritte le parole apocalittiche “Ego sum primus et ultimus”.
San Clemente a Casauria, fu fondata nell’871 dall’Imperatore Lodovico II per tenere fede ad un voto durante la sua prigionia nel ducato di Benevento e fu intitolata a San Clemente papa e martire perché l’imperatore stesso volle che vi fossero custodite le ossa. Nel XII secolo, sotto l’abate Leonate fu ricostruita secondo il gusto cistercense e visse il suo momento più fulgido. L’interno custodisce il pregevole ambone poggiante su quattro colonne, dai capitelli difformi e ha davanzali tripartiti decorati a grandi rosoni e girali, un leone e un’aquila sostengono il leggio per il vangelo. Di fronte è il candelabro per il cero pasquale riccamente scolpito e con mosaici nella parte superiore. Nell’abside un sarcofago romano-cristiano sotto uno stupendo ciborio, retto da quattro colonne e cuspidato che funge da altare. Dal fondo della navata centrale si scende nella cripta con basse volte a crociera poggiante su mezze colonne e capitelli provenienti da edifici romani. L’abbazia divenne centro di riferimento politico ed economico di un vasto territorio interessato dal passaggio del tratturo, in stretta connessione con la tradizione della pastorizia transumante.
San Liberatore a Maiella nella sua imponente maestosità si erge in una zona boscosa sovrastante il fiume Alento. E’ stato il caposaldo dell’architettura chiesastica abruzzese benedettina. Sorta nell XI sec. grazie al monaco cassinese Teobaldo, su una preesistente abbazia benedettina. La facciata ha tre sobri portali finemente lavorati con decorazioni scultoree che riprendono motivi vegetali già presenti a Montecassino e visibili in esempi campani dell’XI sec. Belle le absidi in pietra della Maiella preziosamente lavorate ed imponente la torre campanaria a pianta quadrata con monofore, bifore e trifore. L’interno, è a tre navate absidate divise da pilastri rettangolari; come il portale, anche il pavimento è in Opus sectile. Sulla destra, al terzo pilastro è poggiato l’ambone, le cui parti scolpite, mostrano somiglianze con la decorazione e gli elementi architettonici dell’ambone di San Clemente a Casauria.
Santa Maria d’Arabona, la prima chiesa cistercense costruita in Abruzzo. Eretta nel XIII secolo deve il suo nome al tempio pagano dedicato alla dea Bona, su cui forse venne edificata. L’edificio, in conci di pietra si caratterizza per l’abside rettangolare tipico delle costruzioni cistercensi, con monofore e finestre circolari. L’interno è diviso in tre navate da pilastri a fascio. La chiesa presenta una moltitudine fantasiosa di ornamenti scultorei che rimandano a contenuti simbolici. Tra gli arredi un tabernacolo in pietra in stile gotico, decorato con motivi floreali a rilievo, serviva per custodire oggetti e libri sacri. La raffinata e fantasiosa lavorazione fa di quest’opera uno dei migliori esempi di scultura gotica in Abruzzo. Il candelabro per il cero pasquale è una struttura alta oltre sei metri formata da una serie di elementi sovrapposti con ricche e raffinate decorazioni allegoriche e simboliche con motivi a punta di diamante che ricorre in numerosi archivolti di portale tardo duecenteschi abruzzesi. Quello che rimane della decorazione pittorica è concentrato nella zona del coro, e nella cappella di San Rocco